Storia della valle

 La Val d’Elsa (o anche Valdelsa), che deve il suo nome all’omonimo fiume che l’attraversa, è una nota area di campagna suddivisa tra le province di Firenze, Siena e Pisa. La storia di questa valle risale fino all’epoca etrusca, così come viene dimostrato dai numerosi reperti ritrovati sparsi un po’ per tutto il territorio, e oggigiorno ospitati nei diversi musei della zona.

Ma è con il Medioevo, quando viene completata la famosa Via Francigena, che l’area diventa uno dei maggiori centri economici e politici di tutta la Toscana: la nuova via di comunicazione e soprattutto di pellegrinaggio, che partiva da Canterbury e attraversando tutta l’Europa per giungere fino a Brindisi, fornisce uno stimolo senza precedenti allo sviluppo politico, economico e sociale della valle, portando ad una progressiva urbanizzazione di tutta l’area.

Oggigiorno, l’economia della Val d’Elsa è suddivisa in due parti: se quella più tradizionale, radicata prevalentemente nei centri della parte pianeggiante, è ancora basata sul settore manifatturiero,  l’altra sta portando alla rinuncia dell’industrializzazione per puntare sul ritorno all’agricoltura, visto come una sviluppo di produzioni di qualità (rinomata sia in Italia che all’estero) così come una fonte di attrattiva turistica che, soprattutto negli ultimi anni, sta riscuotendo molto successo.

Architettura, arte ed enogastronomia

 Se già Dante, nel XXXI canto dell’Inferno, descriveva stupito la maestosa cinta muraria di Monteriggioni, uno dei comuni più famosi, questo ci dimostra che la presenza di torri in tutta la valle era nota già da molto tempo: a partire da San Gimignano, la “Città delle tante torri” anche per questo nominata dall’UNESCO “Patrimonio dell’umanità”, fino alle turrite dimore del borgo di Poggibonsi, passando da Casole d’Elsa dove ancora oggi si possono visitare la torre della Rocca e quella di Monteguidi. Ma, come già detto, è soprattutto Monteriggioni che possiede l’esempio più maestoso di cinta muraria ancora oggi esistente (e peraltro in ottime condizioni), costruita  tra il 1212 e il 1219 come fortificazione dell’allora alleato senese per contrastare la costante ascesa fiorentina.

La Val d’Elsa è nota anche per la produzione di vini di ottima qualità, famosi in tutto il mondo: il Chianti  dei Colli Senesi, il Chianti Classico, il San Gimignano DOC, e soprattutto la Vernaccia di San Gimignano, che è stato addirittura il primo vino in Italia a potersi fregiare del riconoscimento DOC (Denominazione d’Origine Controllata) già nel lontano 1972. E ancora, “l’oro di San Giminiano”, ovvero lo zafferano, il cui valore era noto fino dal XIII secolo a causa della difficoltà con cui si riescono a produrre quantità in realtà assai ristrette.

Non bisogna poi dimenticare l’arte, che in questi luoghi ha assunto diverse forme: se bellezza e autenticità artistiche in quest’area sono generate da tutta una serie di opere appartenenti a epoche storiche assai diverse tra loro, dal medioevo fino al contemporaneo, rendendo tutta l’area un libro aperto sulla storia dell’arte, in Val d’Elsa si lavora anche il cristallo, un retaggio culturale che risale al periodo etrusco e che oggi rappresenta il 98% di tutta la produzione italiana.

Turismo in Val d’Elsa

E’ per ammirare tutte queste bellezze che la valle è meta ogni anno di un flusso turistico sempre maggiore, proveniente da tutte le parti d’Italia così come da tutto il mondo. L’agriturismo, in particolare, è una forma di ospitalità che da anni sta riscuotendo un successo sempre maggiore, perché il viaggiatore può apprezzare le meraviglie che lo circondano riposando però in un luogo tranquillo, a contatto con la natura e con i suoi frutti, cullato dalla calda ospitalità toscana. E, per ovviare a quell’unica mancanza di quest’area che è l’accesso al mare, si può ricorrere alle bellissime piscine degli agriturismi toscani (come quelle dei Poderi Arcangelo presso San Giminiano) che, soprattutto in estate, offrono un po’ di refrigerio nelle giornate più calde.
Se poi la vostra preferenza è l’acqua salata del mare allora come non citare l’Isola d’Elba o l’Isola del Giglio.